Oggi Ostenda è una rinomata località balneare del Belgio, affacciata sul Mare del Nord, nota soprattutto per il divertimento e per i suoi locali notturni. Ma la nuova Ostenda è nata sulle ceneri di un’altra città di cui porta lo stesso nome: l’Ostenda di allora venne invasa nel maggio del 1940 dalle truppe tedesche e pochi anni dopo, nel 1944, fu bombardata e completamente distrutta.
Per un certo periodo Ostenda rappresentò il luogo di incontro di tanti artisti che vi giungevano per trascorrere il periodo estivo provando entusiasmo per il lungomare, la spiaggia, i bistrot e l’atmosfera disinvolta che vi si respirava. Come si narra nel romanzo di Volker Weidermann, L’estate dell’amicizia (pubblicato recentemente da Neri Pozza), anche Stephan Zweig e Joseph Roth, due scrittori oggi noti in tutto il mondo, legati da un sodalizio forte e particolare, ebbero modo di rivedersi e frequentarsi proprio nella località di Ostenda. Le vicende narrate dall’autore si svolgono nel 1936 e i due scrittori, insieme ad altri amici artisti,

trascorrono qui l’estate, da esiliati, in attesa di notizie dalla Germania. I libri di Joseph Roth erano stati bruciati e vietati già nel 1932. I libri di Stephan Zweig, proprietario di un castello, autore di bestseller, vero scrittore di successo, furono invece banditi nel maggio del 1936. Roth prova un gran sollievo incontrando l’amico Zweig, «un uomo, un amico che sistema le cose per lui, il suo trait d’union con il sole, con la ragione, con la vita garantita, sicura. Con quanto piacere gli si affida quell’estate!»
Zweig controlla che il su amico non beva troppo e che mangi a sufficienza.

Si preoccupa della salute fisica di Roth. Questi, in presenza di Zweig, beve solo latte anche se un giorno gli aveva chiaramente scritto di non potersi sottoporre alle fatiche letterarie senza eccedere fisicamente; Roth era infatti convinto che per scrivere aveva bisogno dell’alcol, Zweig, al contrario, gli ripeteva che proprio l’alcol stava distruggendo la sua vena creativa. Weidermann, nel suo romanzo, non solo racconta e descrive l’amicizia dei due scrittori ma coglie l’occasione per citare e ricordare le loro opere, spesso riproponendo delle interessanti citazioni, come questa qui di seguito, tratta dal testo di Zweig Das Buch als Eingang zur Welt (Il libro come ingresso nel mondo): « E compresi che il dono, o meglio la grazia, di saper spaziare con il pensiero e di creare molti collegamenti, che questo modo meraviglioso, l’unico modo giusto di guardare al mondo da molti punti di vista, tocca in sorte solo a colui che, oltre alla propria esperienza, accoglie dentro di sé anche quella, conservata nei libri, di molti paesi, uomini ed epoche. E mi sconvolse capire quanto angusto fosse l’universo di chi si nega alla lettura. […] Perché, in fondo, leggendo che altro facciamo se non vivere dall’interno la vita di persone estranee, guardare con i loro occhi, pensare con la loro testa? E allora, partendo da questa intuizione viva e preziosa, ricordavo in modo sempre più chiaro e più plastico gli innumerevoli momenti di gioia che i libri mi hanno regalato. Ricordavo decisioni importanti che mi derivavano dai libri, incontri con autori defunti da un

pezzo che per me valevano più di tanti altri come amici o donne, notti di passione trascorse in compagnia dei libri durante le quali, come in quelle d’amore, si rinunciava al sonno con estremo piacere; e più riflettevo, più comprendevo che il nostro mondo spirituale consiste in milioni di monadi fatte di singole impressioni, e che solo una minima parte di esse ci viene da cose viste e sperimentate…tutto il resto, però, la massa essenziale di tutto quell’intreccio, la dobbiamo ai libri, a ciò che abbiamo letto, che ci hanno trasmesso, che abbiamo studiato».
In Germania L’estate dell’amicizia ha ottenuto grande successo e approvazione. La lettura è scorrevole e piacevole; il tema trattato è un grande omaggio all’amicizia nel segno della letteratura e dell’amore per i libri.
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