Fino al 15 Maggio 2016 – «Sempre di più nell’isolamento volontario della Casa Blu – quel rifugio che è un prolungamento del suo corpo, in cui ogni pietra, ogni mobile è impregnato della malinconia del ricordo e del segno del dolore – Frida diviene la sacerdotessa ieratica di un culto di cui Diego Rivera è il centro, che la collega a tutto l’universo, a ogni particella vivente del suo invincibile amore. Il giardino cinto da alti muri della Casa Blu, con le sue piante che si distendono verso il cielo luminoso – tronchi levigati di magnolie, fogliame cinereo dei cipressi, abbraccio di foglie e di liane -, diviene una specie di universo chiuso in cui Frida può trovare il mondo intero ora che non viaggia più».
Così scrive Jean-Marie G. Le Clézio a proposito della Casa Azul nel suo volume Diego e Frida (edito ilSaggiatore). In questa casa dipinta di azzurrro dentro e fuori, Frida ha accolto nel corso degli anni celebri ospiti e visitatori. Dal 1958 (4 anni dopo la sua morte) la Casa Azul è stata convertita in un Museo a lei intitolato, uno dei più visitati in Messico. La Casa Azul si trova a Coyoacan, il quartiere di Città del Messico in cui Frida Kahlo ha abitato tutta una vita e in cui ha affrontato le esperienze dolorose e intense che hanno caratterizzato e fortemente segnato la sua vita e la sua produzione artistica.
Presso il Mantova Outlet Village sono attualmente esposte trenta fotografie in formati diversi che colgono Frida Kahlo in questi luoghi. L’autore degli scatti è una leggenda della fotografia del XX secolo, il fotografo colombiano Leo Matiz (nato nel 1917 ad Aracataca, la magica Macondo di Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez) che, con il suo obiettivo, è riuscito a penetrare – al di là delle apparenze -, un’immagine tanto vivida quanto reale dell’artista messicana».
La mostra è stata organizzata in collaborazione con ONO Arte Contemporanea e la Fondazione Leo Matiz