Saigon, je t’aime

di Teresa Pisanò

«Si sarebbe potuto credere che amasse quel dolore, che lo amasse come aveva amato me, profondamente, forse fino a morirne, e che adesso lo preferisse a me. A volte diceva che voleva accarezzarmi perché sapeva che ne avevo una gran voglia e voleva guardarmi quando arrivava il piacere. Lo faceva, mi guardava e mi chiamava la sua bambina. Avevamo deciso di non vederci più, non era possibile, non era stato possibile. Ogni sera lo trovavo davanti al liceo, nell’automobile nera, il volto girato per la vergogna». (L’amante, di Marguerite Duras)

Avevo circa 13 anni quando lessi per la prima volta questo romanzo. Sì, per la prima volta, perché poi ne seguirono altre. 

L_amanteEro poco più che una bambina, ma già matura per capirne la profondità e per esserne colpita, forse turbata da questo amore che ti toglie il fiato e che io non avevo ancora conosciuto.

Lo lessi nella mia camera della casa al mare, nei pomeriggi cocenti di agosto quando tutto tace, a parte le cicale.

Saigon anni ’30: una ragazzina francese (più o meno della mia età di allora) e un uomo cinese, molto più grande di lei, si innamorano. Una storia d’ amore disperato, infinito, stupendo e atroce, fatto di passione e negazione. Un amore che non avrà coronamento, non solo per la differenza di età, ma anche per il divieto categorico del padre di lui, ricco e cinese, che ha già combinato il matrimonio di suo figlio con una donna, ricca e cinese. 

È la storia della scrittrice Marguerite Duras, che io amo per la sua scrittura scarna e laconica, le cui parole sono capaci di colpirti dritto nel cuore come delle frecce. È una storia d’amore e di dolore. È un libro di struggente bellezza e poesia, un libro dolce e amaro sulla complessità dell’anima e dei sentimenti. 

E anche una parte della mia storia ha inizio da quelle pagine, quelle della ragazzina francese e l’amante cinese. 

L’ INDOCHINE, SAIGON, il MEKONG, il quartiere cinese… questi nomi riecheggiavano nella mia mente stracolmi di fascino, evocando atmosfere esotiche, il sogno, la magia del Diverso. 

È anche per questo libro che ho studiato il cinese, per questo che vivo in Asia ed è anche per questo Amore che dopo 23 anni sono andata finalmente a Saigon. 

Ho cercato disperatamente la scuola dove ha studiato la Duras nei vicoli di questa stupenda e decadente città coloniale che profuma di gelsomino in estate e poi l’ho trovata. 

Le Quy Don, il liceo francese davanti al quale l’aspettava l’amante cinese nella sua macchina nera. 

Era là, era come nel libro. 

E poi sotto la pioggia ho pianto. 

Ho pianto per quell’amore struggente, per tutti gli amori spezzati che non finiscono mai. 

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«Anni e anni dopo la guerra, i matrimoni, i figli, i divorzi, i libri, era venuto a Parigi con la moglie. Le aveva telefonato. Sono io. Lei l’aveva riconosciuto alla voce. Le aveva detto: volevo solo sentire la tua voce. Lei aveva detto, ciao, sono io. Era intimidito, aveva paura come prima, la voce improvvisamente gli tremava e in quel tremito, improvvisamente, lei aveva ritrovato l’accento cinese. Lui sapeva che lei aveva cominciato a scrivere libri, l’aveva saputo dalla madre incontrata a Saigon. Sapeva anche del fratello piccolo, disse che ne aveva sofferto pensando a lei. E poi sembrava che non avesse altro da dire. Ma poi glielo aveva detto. Le aveva detto che era come prima, che l’amava ancora, che non avrebbe potuto mai smettere d’amarla, che l’avrebbe amata fino alla morte». L’amante, di Marguerite Duras

 

Teresa Pisanò racconta di sé:

_«Sono salentina di origine, ma zingara di fatto. Dopo aver studiato “Lingue e Civiltà Orientali” a Venezia, ho trascorso un breve periodo a Pechino, per poi trasferirmi a Shanghai, dove sono rimasta 5 anni. Nel frattempo ho sposato un croato (zingaro anche lui) e dopo la Cina ho fatto una sosta a Milano, in seguito a Lecce. Ma la mia anima nomade non trova mai pace, quindi, raccolti baracche e burattini, di nuovo in Asia: destinazione Taiwan questa volta. Attualmente vivo a Taipei e, nonostante terremoti e tifoni non mi facciano sentire proprio a casa, quest’isoletta sperduta nell’ Oceano Pacifico e un po’ misconosciuta, ha un suo perchè. Appassionata di yoga e fotografia, insegnante di italiano e cinese per scelta, guida turistica per hobby e viaggiatrice per passione, nel mio blog Asiamonamour racconto storie».

Per seguire il blog di Teresa Pisanò: http://asia-monamour.blogspot.it/

6 commenti

  1. Ma che bellissimo post, intenso come ogni cosa si scriva con l’anima. Grazie per avermi fatto conoscere questa penna appassionata il cui blog mi andrò subito a cercare.

  2. Grazie mille per queste dolci parole, Turisti per sbaglio.
    E grazie ancora a Luoghi d’Autore per avermi ospitato su questo interessante e delicato blog.

  3. Ho amato Marguerite Duras un po’ per le tue stesse ragioni. La scrittura asciutta, il lirismo di certe immagini e soprattutto il mare. Non conosco il sentimento dell’invidia ma anche a me sarebbe piaciuto vedere i suoi posti. Deve essere stata davvero un’emozione incredibile. Bello. 😉

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