«Qualcosa si era rivoltato nel cuore di Flory. Era uno di quegli istanti in cui ci si accorge di un gran cambiamento, delle devastazioni avvenute nella propria esistenza. D’un tratto aveva capito che, in fondo al cuore, era contento di essere tornato. Quel paese che odiava era ormai la sua patria, la sua casa. Scene come quella, la luce gialliccia della sera, il vecchio indiano che falciava l’erba, lo stridere delle ruote dei carri, gli aironi a frotte, tutto gli era più noto e più caro dell’Inghilterra. Aveva messo radici profonde, forse le sue più profonde, in un paese straniero».
Flory è il protagonista di Giorni in Birmania, il primo romanzo di George Orwell pubblicato negli Stati Uniti nel 1934, e successivamente, nel 1935, in Gran Bretagna. L’idea del romanzo prende origine da un’esperienza diretta dello scrittore in questi luoghi: nel 1922 si era infatti arruolato nella Polizia Imperiale indiana e trascorse in Birmania ben cinque anni rimandovi fino al 1927. Il romanzo, che è stato definito «di sapore qua e là hemingwayano», non fu ben accolto in Patria, anzi fortemente ostacolato, proprio perché critico nei confronti della politica coloniale inglese di cui lo scrittore era profondo conoscitore anche per altre vicissitudini personali: Eric Arthur Blair (questo il vero nome di George Orwell) era nato il 25 giugno del 1903 a Motihari, nel Bengala. Suo padre, di origini scozzesi era un funzionario statale impiegato in India. La madre, di origini francesi, è cresciuta nella Birmania orientale.
Dopo l’esperienza in Birmania, Orwell decise di diventare scrittore ed ebbe modo lui stesso di raccontare questo difficile periodo:
«Dopo aver completato la scuola ho lavorato per cinque anni per la Imperial Police in Birmania, ma il lavoro non si confaceva per nulla alle mie capacitá : cosí ho dato le dimissioni quando sono venuto a casa, in licenza, nel 1927. Volevo diventare uno scrittore, e ho vissuto la maggior parte dei due anni successivi a Parigi, mantenendomi con i miei risparmi, scrivendo romanzi che nessuno avrebbe pubblicato e che successivamente ho distrutto. Quando ho finito i soldi, ho lavorato per un po’ come lavapiatti, poi sono tornato in Inghilterra dove ho fatto una serie di lavori mal pagati, come quello di insegnante, con intervalli di disoccupazione e povertá disperata… (Era il periodo della depressione).
Quasi tutte le vicende descritte in Senza un soldo a Parigi e Londra sono accadute realmente ma in momenti diversi, e io le ho intrecciate per creare una storia che funzionasse» (cit. da La Repubblica).
Per quanto riguarda il romanzo Giorni in Birmania, come scrive Mario Maffi nella sua introduzione al romanzo « […] Orwell indaga qui ed elabora quello che sarà il suo tema principale, il punto in cui narrativa e autobiografia finiscono per convergere e intersecarsi, al di là delle forme letterarie di volta in volta assunte: il tema dell’individuo che abbandona il proprio mondo di origine e si muove ai margini, in cerca di una nuova terra di elezione […] Dopo l’esperienza birmana, George Orwell si dedicherà con assoluta coerenza e onestà intellettuale alla ricerca della nuova comunità in cui mettere radici; la cercherà tra i vagabondi, gli emarginati, gli straccioni di Londra e Parigi, e poi fra i minatori dell’Inghilterra settentrionale (The Road to Wigan Pier, 1937), e la troverà sia pure per poco tra i miliziani spagnoli durante la guerra civile (Homage to Catalonia, 1938)».
Giorni in Birmania non è considerato l’unico libro nato dal lungo soggiorno in Birmania ma il primo di una trilogia che comprende i due grandi capolavori di Orwell, La fattoria degli animali e 1984. La scrittrice americana Emma Larkin, autrice di Finding George Orwell in Burma, dopo aver trascorso un intenso periodo in Birmania ricostruisce la vita e l’opera di Orwell intrecciando il tutto con la fondamentale esperienza in questa parte dell’Asia dove oggi Orwell viene ricordato come un “Profeta”. Questo testo di Emma Larkin appartiene a tre generi letterari contemporaneamente: letteratura di viaggio, saggio politico, biografia. Un’ottima lettura per chi si appresta a visitare questa terra lontana, affascinante ma profondamente complessa.