Fino al 31 Dicembre 2016 – In occasione del bicentenario dalla nascita di Charlotte Brontë (nata il 21 aprile 1816), nella cittadina di Haworth, dove la scrittrice visse a lungo con la famiglia, presso il Brontë Parsonage Museum, è stata allestita una mostra curata dalla scrittrice Tracy Chevalier, autrice del fortunato romanzo La ragazza con l’orecchino di perla. Con questa esposizione si vuole esplorare il contrasto fra la vita confinata della giovane Charlotte e le sue grandi ambizioni.
Sono esposti dipinti, manoscritti, lettere e vestiti appartenenti alla giovane Charlotte che condivise letti e spazi, oltre la comune passione per la scrittura, con le sorelle Anne ed Emily. Alcune citazioni, tratte dalle opere e dalle lettere di Charlotte, sono proiettate sulle pareti del Museo. Il luogo della mostra è molto suggestivo: il Brontë Parsonage Museum, dedicato alle tre scrittrici, è stato allestito nella casa in cui le tre sorelle vissero a partire dal 1820 insieme al padre, il reverendo Patrick, e all’inquieto fratello Branwell. Qui le tre geniali sorelle realizzarono i loro romanzi più noti. Le stanze mantengono l’allestimento originale e vi sono esposti manoscritti, lettere e vari oggetti appartenuti alle scrittrici.
Come Tracy Chevalier ha spiegato in un articolo apparso sul The Guardian, le seguenti celebri parole di Charlotte rappresentano il filo conduttore della mostra:
«Una tale insofferenza per la costrizione e il lavoro sempre uguale, un così forte desiderio di ali, ali che solo la ricchezza può dare, una tale sete di vedere, conoscere, imparare – mi è sembrato che qualcosa si espandesse in modo sorprendente dentro di me per un attimo, mi sono sentita tormentata dalla consapevolezza di facoltà non esercitate» (citato da Lettere 1829 – 1855, Luciana Tufani Editrice).
In occasione delle celebrazioni del bicentenario Tracy Chevalier ha inoltre curato il volume L’ho sposato, lettore mio. Sulle tracce di Charlotte Bronte (pubblicato in Italia da Neri Pozza), ventuno storie scritte da alcune importanti autrici in lingua inglese invitate dalla Chevalier a lasciarsi ispirare dalla celebre battuta «L’ho sposato, lettore mio».
Sulla seconda di copertina si legge: “Per quale ragione «L’ho sposato, lettore mio» è una delle frasi più celebri e citate della letteratura inglese? La risposta, tutt’altro che ovvia, risiede nel capolavoro da cui è tratta: Jane Eyre (1847), la storia di un’orfana che, grazie alla sola intelligenza e caparbietà, riesce a convolare a nozze con il nobile signor Rochester. Per affermare il suo successo, e il cambiamento della propria condizione sociale, invece di dichiarare «mi ha sposata, lettore mio» – com’era da aspettarsi nella maschilista società vittoriana – Jane dice: «l’ho sposato, lettore mio». Una sfumatura nella forma verbale che ha lo scopo di rimarcare la coscienza femminile della protagonista, e quella dell’autrice Charlotte Brontë, e che si ergerà a manifesto, ispirazione e stimolo per tutte le scrittrici a venire […]”.
Informiamo i nostri lettori che Brontë200 è un programma quinquennale che celebra i bicentenari delle nascite di quattro dei Bronte: Charlotte nel 2016, Branwell nel 2017, Emily nel 2018 e Anne nel 2020. Nel 2019, la Società Brontë celebrerà inoltre Patrick Brontë, 200 anni dopo essere stato invitato ad assumere il ruolo di reverendo a Haworth.
Complimenti per il blog è davvero interessante 🙂 ho visto il volume che citi in libreria e ho scorso velocemente una delle storie e sembra davvero carino 🙂 la mostra anche sembra molto bella, mi piacerebbe visitarla peccato che x quest’anno nn mi sia possibile chissà magari per l’anniversario di Emily o di Anne 🙂 🙂 Ciao e di nuovo complimenti 🙂
Charlotte Brontë è davvero un personaggio straordinario e affascinante!
Sì è vero una donna consapevole ed emancipata:-) peccato davvero di non poter vedere la mostra 😥 conunque davvero di nuovo complimentoni x il blog xk è veramente bello! 🙂 un saluto e buona giornata! 🙂