Nel 1944 Picasso acquistò per Dora Maar una casa a Ménerbes, in Provenza, e lei, giunto a termine il loro logorante e tormentato rapporto, vi si rifugiò per il resto della sua vita. Abbandonò la fotografia, le riviste, la vita di Parigi e cercò la serenità in questi luoghi.
Nel libro Schiava di Picasso di Osvaldo Guerrieri, recentemente pubblicato da Neri Pozza, le ultime pagine sono dedicate proprio alle vicende legate all’acquisto di questa casa. Nel capitolo “Come finisce un amore” Guerrieri racconta:
«[…] Un giorno arrivò nell’atelier un tale. Era un uomo sui cinquant’anni dalla faccia grigia e magra […] A un tratto l’uomo disse che qualche tempo prima aveva comprato una casa in Provenza. “In Provenza!” esclamò Picasso […] “A Ménerbes, nella Vaucluse”. L’uomo rivelò che aveva appena cominciato a restaurarla quando la moglie era morta in un incidente d’auto. A causa di ciò, provava un angoscia terribile nel mettere piede in quella casa e desiderava disfarsene. Si chiedeva se il signor Picasso non fosse interessato ad averla. In cambio avrebbe chiesto soltanto un quadro, uno qualunque fra quelli presenti nello studio. Ciò detto, estrasse dal portafogli la fotografia della casa. Era un edificio di due piani e squadrato. A occhio, doveva ospitare non meno di una dozzina di stanze. Picasso guardò la fotografia, pensò al baratto che da sempre era la sua forma prediletta di commercio e disse “affare fatto” […] Dovettero trascorrere molti mesi prima che Dora riuscisse ad andare a Ménerbes […] Era un giorno d’ottobre. La Hispano-Suiza si arrampicava per strade strette e polverose che, in qualche tratto, ricordavano più le mulattiere che le carrozzabili. Ménerbes sembrava irraggiungibile. Quando infine vi arrivarono e individuarono la nuova proprietà lo spettacolo era a dir poco desolante. Le condizioni della casa erano persino peggiori di quanto avessero immaginato. Scoprirono che le stanze erano quindici e soltanto quattro potevano essere considerate abitabili, forse quelle che l’ex proprietario aveva cominciato a restaurare: la cucina al pian terreno e tre camere da letto al primo con due stanze da bagno e una toilette, l’unica in tutta la casa».
Acquistata dall’americana Nancy Negley, la casa di Dora Maar è oggi amministrata dal Museum of Fine Art di Houston che porta avanti il progetto Brown Foundation Fellows Program: ogni estate nella casa di Dora Maar trovano rifugio artisti e ricercatori, membri della fondazione, che qui scrivono e dipingono, lasciandosi incantare dalla luminosa luce della Provenza e dal fascino di cui questa casa gode grazie alla sua storia.
Quattro camere da letto con bagno privato, studi e laboratori per artisti, scrittori e ricercatori. Un pianoforte, una libreria, la cucina, il salone e due giardini, sono questi gli spazi messi a disposizione durante l’estate. In realtà la casa, anche negli interni, è molto diversa da come era ai tempi di Dora Maar e oggi rispecchia l’immaginario del visitatore. Dunque è stata effettuata una grande opera di ristrutturazione per valorizzare un immobile la cui sola esistenza è fonte di magia per gli appassionati dei Luoghi d’Autore.
Lo scorso giugno, proprio fra le mura di questa casa, si è tenuta l’ interessante iniziativa “Dora Maar chez elle”: una mostra tutta dedicata a Dora Maar con oggetti e fotografie appartenuti alla tormentata amante di Picasso. Vi è stato anche l’intervento della scrittrice e critica d’arte spagnola Victoria Combalía che ha recentemente pubblicato il libro Musas, mecenas y amantes. Mujeres en torno al surrealismo. Victoria Combalía, profonda conoscitrice della biografia di Dora Maar, in passato ha anche curato la mostra Dora Maar. Nonostante Picasso che si è svolta nel 2014 a Venezia presso Palazzo Fortuny.
Tutte le immagini della casa di Dora Maar sono tratte dal sito ufficiale: https://www.mfah.org/fellowships/doramaarhouse/