«Che la Russia sia la mia patria, appartiene alle grandi certezze enigmatiche di cui vivo»
Dal 2017 al 2018 – La mostra “Rilke e la Russia” che si svolgerà dalla prossima primavera dapprima in Germania, a Marbach, poi in Svizzera nelle città di Berna e Zurigo, e si concluderà nella primavera del 2018 in Russia, a Mosca, racconterà nel dettaglio il rapporto di Rainer Maria Rilke con questo sconfinato paese, la sua Patria spirituale. Documenti, manoscritti, fotografie, oggetti per ricostruire il profondo legame del poeta con la Russia. I soggiorni in questa sua nuova Patria rappresentarono un periodo molto fecondo e felice anche per il legame con Lou Andreas Salomé, una donna di grande fascino e particolarmente brillante, conosciuta nel maggio del 1897 frequentando i salotti letterari di Monaco. Lou era nata nel 1861 a San Pietroburgo e fu proprio lei a iniziare il poeta alla cultura russa.
In una lettera del settembre 1899 di Frieda von Bülow, una amica comune a entrambi, si leggono diversi commenti circa il periodo di studio che Rilke e Salomè affrontarono insieme. Furono così coinvolti dallo studio della lingua, della letteratura, della storia e della cultura russe, che ai due restava poco tempo a disposizione da dedicare agli amici e ai conoscenti. Anche a tavola erano entrambi così stanchi da non poter proferire parola, assolutamente incapaci di fare un minimo di conversazione.
Rilke e Salomé si erano recati in Russia qualche mese prima, nella primavera del 1899, ed erano in compagnia del marito di Lou; nel settembre del 1899, quando erano ospiti della loro amica Frieda, stavano progettando il loro secondo viaggio, che sarebbe avvenuto nel 1900, questa volta da soli.
Una volta giunti in Russia, il 31 maggio del 1900 Lou e Rainer si recarono, in compagnia del pittore Leonid Pasternak, padre di Boris, a Jasnaja Poljana, la tenuta del grande Tolstoj. Pare che il romanziere, dotato di un carattere un po’ particolare, abbia interrotto la conversazione con Rilke quando questi gli confidò di essere poeta.
Ripensando a quegli anni Boris Pasternak ricordò i due forestieri giunti dalla Germania come una strana coppia, prendendo Lou Andreas Salomé per la sorella o la madre del poeta. Fra i due vi erano infatti quindici anni di differenza e Rilke vedeva sintetizzate in Lou tutte le figure femminili, la madre, l’amante, la sorella, la sposa e l’amica. Per questo motivo Lou fu per il poeta un saldo punto di riferimento.
Il loro legame fu particolarmente rafforzato dal comune amore per la Russia, Rilke vi trovò la propria Patria spirituale, per Lou Andreas Salomé fu il ritrovamento della sua Patria di origine. Le suggestioni di questi viaggi produssero importanti effetti artistici in entrambi: Lou Andreas Salomé scrisse fra il 1901 e il 1903 il romanzo Rodinka, Rilke compose Il libro d’ore che fu pubblicato a Berlino nel 1905 portandolo rapidamente alla fama.
Terminato il secondo viaggio in Russia, il legame fra Rilke e Salomé si interruppe. Il rapporto aveva subìto delle drastiche trasformazioni dovute anche alla complessità dei caratteri: il poeta era spesso vittima di gravi stati di angoscia, lei, materna e protettiva ma naturalmente predisposta alla gioia e alla felicità non poteva lasciarsi travolgere. Piuttosto gli sarebbe sempre stata accanto, nelle vesti di amica.
La data ufficiale della loro separazione fu il 26 febbraio del 1901. Qualche tempo dopo Rilke dedicò questi versi a Lou Andreas Salomé:
Fosti per me la più materna delle madri,
fosti un amico, come gli uomini lo sono,
una donna fosti da guardare,
più spesso ancora tu fosti un bimbo.
Fosti la dolcezza più alta che incontrai,
la durezza più aspra contro cui lottai.
La vetta fosti, che mi benedì,
ora sei l’abisso che mi ha inghiottito.
Il loro epistolario durò per il resto della vita di Rilke e si concluse con una lettera del dicembre 1926, in cui il poeta, qualche poco giorno prima di morire, si congedò da lei con le seguenti parole, scritte in russo: «Addio, mia cara».