Esattamente 80 anni fa, il 31 Dicembre 1936, Virginia Woolf annotava nel suo diario alcune riflessioni circa il lavoro e i progetti per il futuro. Leggere le sue parole, cariche di energia e di entusiasmo, proprio dopo aver duramente lavorato al suo romanzo più tormentato, Gli anni, rappresenta un bel modo per augurare a tutti coloro che sono impegnati a realizzare i propri sogni, un buon Capodanno: che il nuovo anno, insieme alla serenità, possa portare nuovi progetti e idee su cui lavorare. E, perché no, che il 2017 sia generoso nel donare a ognuno le soddisfazioni professionali o artistiche a cui aspira.
«Ho qui davanti le bozze – impaginate – che devono partire, oggi: una specie di campo d’ortiche da attraversare. E non voglio neppure parlarne qui.
In questi ultimi giorni mi ha invasa un senso di sollievo meraviglioso – essermene liberata – bene o male. E per la prima volta da febbraio, credo, il mio spirito si è drizzato come un albero che scrolla via un peso […] E ora ho bisogno di agire, di divertirmi di nuovo, di andare in giro. Potrei fare delle annotazioni interessanti e forse preziose sulla mia assoluta necessità di lavorare. Di essere sempre impegnata in qualcosa. Non credo che l’intensità e l’assoluta concentrazione necessarie per scrivere un libro lungo siano una condizione possibile; voglio dire che se mai in futuro farò una cosa simile – e ne dubito – mi costringerò a variarla con qualche articolo breve. Comunque ora non mi chiederò più se so scrivere. Mi lascerò vivere spontaneamente, e lavorerò […]. Comunque anche se Gli anni è un fallimento, ho pensato molto e ho messo da parte un buon gruzzolo di idee. Forse ora ho raggiunto di nuovo uno di quei momenti felici che mi permetteranno di scrivere un paio di libri brevi e rapidi. Poi farò un’altra interruzione. Perlomeno ho l’impressione di avere la capacità sufficiente per andare avanti. Nessun senso di vuoto. E per dimostrarlo andrò a casa, prenderò i miei appunti su Gibbon e comincerò a stendere un abbozzo preciso dell’articolo».