Un palcoscenico a Vienna. Anna Sacher e il suo storico Hotel

«Un albergo è sempre anche un palcoscenico, e gli attori sono il personale e gli ospiti. È un luogo in cui il tempo ti sfila davanti con le sue mode, i suoi toni impertinenti e delicati, con le sue metamorfosi, la sua superficialità che cela gelosamente la complessità. Alla regia di questo grande spettacolo una donna indimenticabile: Anna Sacher», così scrive Monika Czernin nel suo libro Hotel Sacher. L’ultima festa della vecchia Europa (pubblicato da Edt).

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Anna Sacher prese le redini dell’albergo alla morte del marito Edouard, figlio di Franz, l’inventore della celebre torta che porta il suo nome. Anna gestì l’Hotel per anni, con fermezza, passione e sensibilità, ottenendo tante soddisfazioni, a quei tempi impensabili per una donna. Furono anni particolari che rappresentarono il periodo d’oro di questa “istituzione” del turismo. Dagli anni ’70 dell’Ottocento fino alla fine della Prima Guerra Mondiale, soggiornarono in questo Hotel tanti celebri nomi dell’epoca e nel lavoro di Monika Czernin ogni capitolo è dedicato alla visita di un personaggio;  l’imperatrice Elisabetta, Sissi, passò dal Sacher nel 1881: «per cortesia aveva mangiato, anche se con parsimonia, qualcosa dell’antipasto e del piatto principale, adesso però sembrava mangiare con gusto la Sachertorte. Si portava alla bocca un boccone dietro l’altro, sempre con un po’ di panna montata sulla massa color marrone scuro»; quando Schnitzler fu cliente del Sacher, nel 1895, Anna, normalmente alla regia dell’hotel e non solo dietro le quinte, rimase in un certo senso intimidita e non osò neanche iniziare una conversazione con lo scrittore: «Anna Sacher gettò uno sguardo fuggevole a Schnitzler, mentre passava per la sala risistemando i bicchieri sugli altri tavoli. Appena un mese prima lo scrittore l’aveva stranamente commossa. La rappresentazione al Burgtheater l’aveva colpita nel profondo e le aveva lasciato una non meglio definibile mistura di sentimenti gradevoli e sgradevoli. L’aveva applaudito in ciascuna delle numerose volte in cui  era stato richiamato sul palco[…]».

Nel 1902 Rodin arrivò a Vienna; per l’occasione fu organizzato un evento al Sacher e, fra i vari invitati, vi era anche l’artista Klimt. Rodin entusiasta ebbe modo di dirgli: « Non avevo mai provato un sentimento del genere come qui da Voi. Il Suo fregio di Beethoven, così tragico e così nobile, l’indimenticabile esposizione della Secession, come un tempio, e ora questo giardino, queste donne, questa musica! E intorno a Voi, in Voi, questa gioia lieta, infantile ». L’Hotel di Anna Sacher era proprio «un palcoscenico, e alcuni giorni c’erano spettacoli più coinvolgenti che nella maggior parte dei teatri della città»; Anna era consapevole che «un albergo, per entrare nella leggenda, doveva raccontare una storia, che aveva bisogno di una drammaturgia e che l’ascesa al vertice necessitava di una cerimonia d’incoronazione. Per rappresentare sulla scena l’incoronazione della sua carriera, le era venuta questa semplice idea del registro dei visitatori fatto a tovaglia. Così aveva creato un biglietto da visita – uno che sarebbe entrato, così sperava, nella storia di Vienna […]Nessuno aveva ancora mai visto una cosa del genere. Avrebbe eternato tutti gli ospiti famosi sul suo tessuto fino alla fine dei tempi».

Anna Sacher morì il 25 febbraio del 1930 e, ancora oggi, nel suo storico Hotel si ricorda in maniera affettuosa questa forte figura femminile a cui vengono dedicati ambienti e momenti speciali. In questo periodo si sta addirittura realizzando una serie televisiva in cui si narrano le vicende di Anna che «da geniale stratega del marketing» fece diventare il suo Hotel una leggenda.

 

Emanuela riverso

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