Qualche anno fa ho visitato l’isola di Bali e ho inserito la località di Sanur nel mio itinerario di viaggio, in particolare ho voluto pernottare al Tandjung Sari Hotel, per seguire le tracce di Anaïs Nin sull’isola, un viaggio che la scrittrice aveva effettuato nel 1974 e a cui aveva dedicato diverse pagine nei Diari.
L’occasione di questo suo viaggio si era presentata nell’inverno del 1974 dopo aver incontrato due signore francesi che si trovavano a Los Angeles, l’una per promuovere il turismo a Tahiti, nella Nuova Caledonia e nelle Nuove Ebridi, l’altra per rappresentare la compagnia aerea che serviva quelle destinazioni. Chiesero ad Anaïs di visitare quei luoghi, loro avrebbero sostenuto tutte le sue spese e lei avrebbe descritto il proprio viaggio in alcuni articoli. Le chiesero inoltre se desiderasse visitare un posto in particolare e, senza esitare, Anaïs rispose «Bali». L’idea di visitare l’isola l’aveva già da tempo, da quando molti anni prima aveva letto il libro di Colin McPhee Una casa a Bali (in Italia edito da Neri Pozza); ebbe anche modo di conoscere personalmente l’autore con cui non era entrata affatto in sintonia, sebbene il suo libro l’avesse sin da subito emozionata. La stessa Anaïs racconta nei suoi Diari che le descrizioni di McPhee erano così poetiche e belle da riuscire ad avvertire e percepire la musica di Bali con la sola lettura del libro in cui viene definita «una doccia di oro, una pioggia di argento».
Le pagine di Diario che Anaïs Nin dedica a Bali sono un vero resoconto di viaggio con accurate descrizioni degli usi, dei costumi e dei luoghi che visita. La scrittura di questo viaggio è lontana dal suo solito modo di descrivere l’inconscio e l’astratto, tesa come è a raccontare il tangibile. Probabilmente avendo dovuto comporre gli articoli che le erano stati richiesti, le venne spontaneo mantenere lo stesso registro per poter scrivere e pubblicare un pezzo anche su Bali: se mettiamo infatti a confronto le pagine di Diario di questo periodo e l’articolo Spirit of Bali che in effetti poi uscì il 6 gennaio del 1975 sul quotidiano the village Voice, ci rendiamo conto che la fonte diretta è proprio il Diario. È un vero reportage di viaggio in cui però non mancano delle affascinanti constatazioni: «Vita, religione e arte tutto converge a Bali. Non hanno un termine nella loro lingua che corrisponda ad “artista” o “arte”. Chiunque è un artista. La creatività è normale e diffusa. Vuol dire onorare gli dei e la comunità. Tutti loro sono artisti nella nostra accezione. Il pescatore di notte può trasformarsi in musicista e la ragazza del villaggio che lavora tutto il giorno, alla sera può essere una sofisticata danzatrice».
Punto di partenza per le sue esplorazioni fu proprio il Tandjung Sari Hotel, l’albergo in cui aveva deciso di alloggiare dopo che le era stato proposto un anonimo e lussuoso casermone. Il Tandjung Sari Hotel già allora manteneva intatto lo spirito del luogo. Situato lungo la spiaggia, gode da sempre di una magnifica posizione; tutti gli arredi sono tradizionali balinesi e l’ampio e lussureggiante giardino tropicale contribuisce a rendere questo posto davvero speciale. Caratteristica dell’isola è di certo l’ospitalità che qui raggiunge alti livelli, coniugata con professionalità e spontanea eleganza.
Oggi, per preservare cultura e tradizioni balinesi, la Fondazione Tandjung Sari, voluta diversi decenni fa dai proprietari dell’Hotel, organizza due volte la settimana per le giovani della zona, lezioni di danza balinese e coinvolge nel progetto prestigiosi Maestri di danza.
All’interno della struttura vi è inoltre una raffinata e fornita libreria che raccoglie volumi in giapponese e inglese.
Al Tandjung Sari che quest’anno festeggia i 55 anni, è stato inoltre dedicato il libro Tandjung Sari- A magical door to Bali un libro di Diana Darling, una scrittrice americana che ha vissuto per diversi anni a Bali.
Post di Emanuela Riverso – Bali 2013
Note: sul magazine Dietro le Quinte è già apparso il mio articolo Anaïs Nin e lo Spirito di Bali. Per la redazione di questo articolo ho utilizzato parte del materiale già pubblicato allora.