«Era incredibile la capacità dei miei nonni di entrare in contatto con chiunque incontrassero. I limiti della lingua, delle abitudini, della diversità etnica, sembravano non esistere di fronte alla naturalezza con la quale sentivano di essere semplicemente appartenenti alla stessa famiglia umana. Quel tratto era tipico della gente del Sud, avevano nei geni la capacità di aprire con semplicità i loro scrigni e tirarne fuori i loro usi, la cordialità, il desiderio di trasmettersi agli altri. In me, il tratto francese di Gerard aveva preso il sopravvento. Ero, come lui, molto restia ad espormi, ma ero ammirata da chiunque avesse questo dono».
Queste parole, pronunciate dalla protagonista, sintetizzano in maniera piena ed efficace il significato di Finché volano gli aquiloni, lo splendido romanzo di Roberta Lorusso pubblicato da Talos Edizioni.
L’autrice, con raffinata eleganza e profonda sensibilità, racconta le vicende personali di Marialuce per trasmettere un messaggio di grande attualità rappresentato dai temi dell’accoglienza e dell’integrazione:
dopo aver vissuto con i nonni una serena infanzia a Badolato, Marialuce raggiunge i genitori a Parigi. Viene così, in un certo senso, strappata alla semplicità del suo quotidiano sano e familiare per spostarsi nella grande Capitale francese dove i rapporti con i genitori sono inizialmente freddi e difficili; le vicissitudini la portano poi a ritrovare un rapporto forte con entrambi e a godere delle magnifiche opportunità che la città può offrirle. E così, se all’inizio del libro seguiamo la protagonista fra i vicoli stretti e tortuosi di Badolato, in cui voci e volti sono conosciuti e familiari, man mano che procediamo con la lettura, la vediamo tra i vicoli pieni di gallerie d’arte del Quartiere Latino dove, in una sezione della Sorbonne, Marialuce studia giurisprudenza.
Da Badolato a Parigi. Due luoghi solo apparentemente in antitesi che riflettono su una stessa problematica: come scrive l’autrice «la Francia aveva accolto le etnie più diverse dando vita a un tessuto sociale diverso e colorato», ma il vento era cambiato…Il vento di Badolato invece, forte e ristoratore nelle calde giornate d’estate, compagno di giochi indispensabile per far volare gli aquiloni che Marialuce e i suoi amici Vittoria e Michele costruivano da piccoli, era quello stesso vento, possente, che aveva sospinto l’Ararat, una nave piena di immigrati, a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Badolato.
Questo dramma, realmente accaduto nel 1997, ha definitivamente trasformato Badolato: la sua gente era stata costretta ad abbandonare il borgo per cercare fortuna altrove ma, con l’arrivo dei profughi, questo antico paesino calabrese ha ritrovato una nuova vita puntando sull’accoglienza e sulla solidarietà.
Ed è su questi temi che le pagine del romanzo, apparentemente incentrate sulla vicenda umana di Marialuce, invitano il lettore a riflettere, in maniera dolce ma determinata, così come accade alla stessa protagonista, una volta tornata da adulta alla sua Badolato:
«Il racconto di Jubiar aveva aperto una finestra su altri drammi. Altra vita, lontana, di cui pensiamo di sapere perché sentiamo i telegiornali, leggiamo i libri, ma che non sentiamo mai nostra. Noi, famiglia umana, non facciamo che guardare al nostro giardino come se il cielo avesse confini e non fosse lo stesso di Halabja o Cernobyl, come se l’aria che respiriamo non fosse la stessa per tutti».
Questo romanzo, lettura assolutamente consigliata, è la storia di un incontro, di una rinascita, un momento di riflessione per noi tutti, membri della famiglia umana.
Per maggiori informazioni:
http://www.talosedizioni.it/?pagina=dettagli&id=103
Informazioni sull’autore:
Roberta Lorusso è nata a Bari nel 1956 e vive a Cosenza. L’attività di pittrice è stata affiancata negli anni dalla scultura e dalla scrittura, linguaggi con i quali prova a dare voce al suo sguardo sul mondo e su se stessa. Molte le mostre, definite di forte impatto sociale, nelle quali tele e sculture hanno trattato problematiche quali la tolleranza, l’accoglienza e lo sfruttamento dissennato delle risorse. Molte poesie e racconti della Lorusso sono stati premiati in concorsi letterari nazionali e internazionali, e inseriti in varie antologie. Nel 2015 la Commissione Cultura della città di Cosenza le ha conferito il prestigioso riconoscimento “Cosenza e i suoi talenti”. La prima raccolta di poesie, I ricordi sono finestre, è stata pubblicata nel 2010. Per le Edizioni Erranti ha pubblicato nel 2012 la seconda silloge Forme d’acqua e la raccolta di racconti Lungo la strada, quest’ultima insignita di Menzione d’onore e Medaglia al premio letterario “Un libro amico per l’Inverno”. Sempre per le Edizioni Erranti, nel 2016 ha pubblicato la terza silloge Lungo quanto un filo d’erba. Finché volano gli aquiloni è il suo primo romanzo, una bella storia capace di emozionare.