A Tinos, nelle Cicladi, nasce Markos, uno dei tanti personaggi del romanzo E l’eco rispose di Khaled Hosseini. Un personaggio che si rivela fondamentale per lo svolgimento delle vicende che coinvolgono i protagonisti, i due fratelli Pari e Abdullah.
Tante sono le pagine che Hosseini dedica alla vita di Markos a Tinos. Leggendo i brani, proprio mentre mi trovo sull’isola, mi chiedo se Hosseini l’abbia visitata. Non trovo notizie al riguardo ma alcuni dettagli mi suggeriscono che lo scrittore è ben informato, chissà se per esperienza diretta o letture approfondite.
Mi piace pensare che includere Tinos in questo romanzo, rappresenti un omaggio a una persona che con quest’isola, gemma dell’Egeo, ha avuto un legame stretto, profondo. Hosseini, oltre ad essere celebre e riconosciuto scrittore, autore di Best Seller come Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli, è medico. Proprio come Markos, medico a Kabul, originario di Tinos, che della sua isola racconta: «Vivevamo in una casetta sul fianco di una collina. Come molte case di Tinos era costruita in pietra imbiancata a calce e il tetto piatto era in tegole rosse a forma di rombo. La piccola camera che Mamà e io condividevamo al primo piano non aveva porta: la stretta tromba delle scale dava direttamente sulla cameretta, ma aveva una finestrella a ventaglio e un balconcino con una ringhiera in ferro battuto che arrivava alla vita, dal quale lo sguardo spaziava sui tetti delle altre case, sugli ulivi, le capre, i tortuosi vicoli di pietra e gli archi, e naturalmente sull’Egeo, azzurro e calmo nelle mattine d’estate, ma con le ochette bianche il pomeriggio, quando il meltemi soffiava da nord».
Tinos è meta di pellegrinaggio, vi accorrono da tutta la Grecia per motivi religiosi. Hosseini infatti scrive: «Mamà si mise quello che passava per il suo unico abito buono, quello che indossava ogni 15 agosto per la festa della dormitio nella chiesa della Panagia Evangelistria, quando i pellegrini da ogni parte del Mediterraneo giungevano a Tinos per pregare davanti all’icona incorniciata della chiesa».
Alcune pagine più avanti racconta: «A occidente potevo godere della vista dell’isola, la dominante bianca delle case e dei mulini a vento, il verde dei campi di orzo, il marrone opaco dei monti frastagliati dai quali scaturivano le sorgenti. Mio padre era morto su uno di quei monti. Lavorava in una cava di marmo verde e un giorno, quando mia madre era incinta di sei mesi, era scivolato da una scogliera facendo un salto di cinquanta metri». Tinos è in effetti celebre per i suoi marmi, bianchi e verdi. Nei pressi di Pyrgos, deliziosa e artistica cittadina caratterizzata da vicoli, negozi e caffè affacciati sulla sua piazza vissuta, vi è il Museum of Marble Crafts in cui vengono ben spiegate le tecniche di estrazione e lavorazione del marmo a Tinos. Ed è originario di Pyrgos il grande scultore greco Yannoulis Chalepas, celebre proprio per le sue sculture di marmo.
«Arrivati a casa di mia madre, per un momento ci fermiamo in cortile vicino al vecchio ulivo. Vedo segni tangibili della recente frenesia di Mamà, i muri ridipinti, la colombaia mezza finita, un martello e una scatola di chiodi aperta appoggiata su una tavola di legno». In un corridoio dell’Ospedale di Tinos, mentre sono in attesa di una visita, approfondisco le informazioni fino a quel momento superficiali sulle colombaie, costruzioni sparse ovunque nell’isola, per ospitare piccioni e colombe che sopperivano alla mancanza di carne, fornivano uova e concime, oltre ad essere validi messaggeri quando non esisteva il servizio postale.
I dettagli che appaiono nel romanzo E l’eco rispose rivelano dunque la conoscenza del luogo, rimane però di capire se e quando Hosseini abbia visitato Tinos.
Proverò a mandare una mail all’ufficio stampa dello scrittore che probabilmente (e giustamente) non darà importanza alla mia domanda: Khaled Hosseini affronta temi ben più importanti della mia curiosità e tramite la Khaled Hosseini Foundation fornisce aiuti alla popolazione afghana, portando avanti impegni e progetti di sviluppo per il suo paese.
Tenterò ugualmente: cosa lega Hosseini a questa isola delle Cicladi? Perché fra le tante, ha scelto Tinos come patria del suo personaggio? Se dovesse arrivare una risposta aggiornerò di certo questo post.