Hermann Hesse a Montagnola. Cento anni dopo il suo arrivo

19 Maggio 2019 – «Il paesaggio ticinese, […] mi ha sempre attratto e accolto come una patria predestinata, un rifugio agognato.  […] È diventato la mia patria. […] Il nudo tavolo di pietra accanto alla panchina di pietra sotto le fronde del lauroceraso o del bosso, la brocca e la ciotola di terracotta colma di vino rosso, il pane e il formaggio di capra all’ombra di un castagno: anche ai tempi di Orazio tutto questo non era diverso da oggi».
Queste parole di Hermann Hesse, citate da «Ringraziamento al Ticino», in Incanto e disincanto del Ticino, sono riproposte da Regina Bucher nel bel volume Con Hermann Hesse attraverso il Ticino, uno dei due libri che ho acquistato durante la mia visita al Museo Hermann Hesse di Montagnola. L’altro volume, sempre di Regina Bucher, è Hermann Hesse e i suoi amici artisti in Ticino. Due libri che insieme al volume Hermann Hesse in Montagnola, della collana “Menschen und Orte” (edizioni AB Fischer), con le foto di Angelika Fischer, rappresentano per la mia libreria dedicata allo scrittore importanti acquisizioni.

Regina Bucher dirige il Museo e la Fondazione Hermann Hesse di Montagnola, e cura esposizioni in Svizzera e all’estero. Attiva come conferenziera, è anche autrice di numerose pubblicazioni. In occasione dei cento anni dall’arrivo di Hermann Hesse a Montagnola, il prossimo 19 Maggio, durante la Giornata Internazionale dei Musei, il Museo e la Fondazione da lei diretti offrono entrata e partecipazione gratuite alla lettura e alla festa, organizzate per questa importante  ricorrenza (un programma speciale che vi invitiamo a visionare nel link in fondo al post).

Lo scrittore giunse dunque a Montagnola nel 1919, all’età di 42 anni. Altrettanti ne visse in questa bella località svizzera, a pochi chilometri da Lugano. Gli anni della Prima Guerra Mondiale avevano portato Hesse ad una profonda crisi esistenziale, e le difficoltà vissute in famiglia con moglie e figli acuirono il senso di fragilità. Montagnola rappresentò il luogo in cui tentare un nuovo inizio. Come scrive Regina Bucher, «il Ticino, grazie anche alla netta separazione geografica costituita dalle Alpi, era lontano dalla Svizzera tedesca, dalla Germania e da tutto quanto era successo fino a quel momento».

Dal 1919 al 1931 Hesse si stabilì in Casa Camuzzi, magico Luogo d’Autore in cui scrisse Klein e Wagner, L’ultima estate di Klingsor, Siddharta e Narciso e Boccadoro. Alla prima estate trascorsa a Montagnola in Casa Camuzzi Hesse dedicò questi ricordi: «fu come una grazia venuta dal cielo, un’estate come raramente ne ho vissute, di una forza, di un calore, di una seduzione e di una luminosità che mi strapazzavano e mi impregnavano come un vino robusto. Era l’estate di Klingsor.[…]».

Questa bella casa fu dunque luogo di ispirazione e rifugio per circa dodici anni. Oggi la Torre Camuzzi, che è parte del complesso che ospitava la casa di Hesse, è il Museo dedicato allo scrittore che propone una Mostra permanente, diversi eventi oltre che esposizioni temporanee.

A pochi chilometri da Casa Camuzzi, sulla strada principale, vi è l’Hotel ristorante Bellevue «che Hermann Hesse apprezzava molto»; Regina Bucher nel suo libro scrive: «Qui spesso pranzava con i suoi innumerevoli visitatori e qui pernottavano i suoi ospiti, fra cui Thomas Mann, il pittore Louis Moillet e la seconda moglie di Hermann Hesse, Ruth Wenger».

Questi elementi sono già sufficienti per capire la profonda emozione che si prova a visitare questi luoghi. Io li ho visitati nel 2017, in occasione dei 140 anni dalla nascita di Hesse. Con un Eurocity da Milano Centrale ho raggiunto in poco più di un’ora Lugano. L’autobus 436 (la fermata è in Via Sorengo, uscendo dalla stazione dal lato del binario 4) mi ha portata in neanche 10 minuti a Montagnola e lì ha avuto inizio il mio viaggio fra parole, acquarelli, foto e oggetti; il tutto per restituire l’immensità di uno scrittore speciale che da cento anni incanta generazioni di lettori, le cui parole accompagnano tutte le fasi dell’esistenza: opere che descrivono passioni giovanili, delusioni esistenziali, speranze ragionevoli,  sogni impossibili. Il tutto in un dialogo equilibrato, in cui senno e cuore si alternano e si accompagnano, abbracciando sempre con entusiasmo la vita, i suoi colori, i suoi suoni, rispettando le luci e le ombre che le appartengono.

Per scaricare il programma della giornata: Programma Centenario Hesse a Montagnola

 

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