Pubblicato recentemente dalla casa editrice Lindau, il volume Treni Letterari – Binari, ferrovie e stazioni in Italia tra ‘800 e ‘900, a cura di Giovanni Capecchi e Maurizio Pistelli, punta a offrire un quadro più ampio possibile della presenza di treni e ferrovie nella letteratura italiana fra ‘800 e ‘900.
«Il treno, con la sua comparsa e la sua diffusione, ha modificato il modo di viaggiare e di concepire gli spostamenti, ma ha trasformato profondamente anche lo sguardo sul mondo circostante, ha inciso sulla concezione del tempo e ha alimentato l’immaginario, divenendo protagonista di molte pagine letterarie, realistiche o simboliche, demonizzatrici nei confronti del nuovo mostro meccanico o dominate dall’entusiasmo per la velocità e il progresso.
Un unico mezzo di trasporto (il treno), per quanto tecnologicamente modificato nel tempo, e le sue molteplici rappresentazioni, stanno alla base di questo volume. Dai treni letterari del secondo ’800 (tra Carducci, Pascoli, Verga, Tarchetti e Fogazzaro) si passa così alle locomotive novecentesche di Pirandello e di Svevo, delle avanguardie, del Neorealismo, di Sciascia e Brancati, di Buzzati, Calvino e di Anna Maria Ortese, con percorsi tematici sui treni parlamentari, di guerra, in «giallo e in nero», utilizzati per le vacanze o per il lavoro, al centro di narrazioni fantastiche o di storie d’amore, tra incontri e addii».
Viene approfondito il senso e il ruolo del treno, veicolo di sentimenti, della stazione, come luogo di partenza e d’avventura, dunque di slancio vitale, ma anche luogo da cui derivano ai personaggi privazioni, sofferenze, malinconie (ai personaggi verghiani in particolare).
Il treno, dunque, anche come strumento di nostalgia.
Come leggiamo nella premessa, «il tema è affascinante, complesso, ricco di sfaccettature. Lo sguardo resta concentrato sulla letteratura, ma inevitabilmente la riflessione va oltre: la diffusione del treno come mezzo di trasporto, infatti, si intreccia alla storia (economica, politica, sociale) di un paese, riguarda la vita concreta di tutti i giorni, il modo di rapportarsi non solo con il viaggio ma con la realtà circostante. Con l’avvento del treno si è modificata la relazione con lo spazio e con il tempo, si è trasformato l’immaginario e la maniera di raccontare la realtà: e questo è testimoniato proprio dagli autori ferroviari».