Il suono di Stradivari. A Cremona tornano le audizioni con gli strumenti della Collezione

Il dolore dei violini inoperosi, dei violini «vetrinizzati», dei violini coricati come le decorazioni del povero zio colonnello sopra un cuscino di velluto, dei violini sospesi come salumi preziosissimi sotto campane di vetro, dei violini stretti nelle loro giubbettine rosse, aranciati, bruni e con l’archetto accanto come la spada al fianco del cavaliere morto – il dolore dei violini che non sentono più l’appoggio di una spalla in tumulto, di un petto convulso, che non si sentono dominati, carezzati, sfiorati dalle dita di un Sarasate, di un Joachim, di un Kubelik, che non si sentono traversati dalle melodiose correnti di un Bach, di un Mozart, di un Beethoven -il dolore dei violini non arriva forse al dolore della Niobe, ma un tal quale processo di pietrificazione, o almeno di raffreddamento avverrà pure nei corpi di quei pover ini. Perché non «muoiano di suono», riprendano coloro che ne sono degni gli Stradivari in petto.

Con queste sentite parole, tratte dal racconto Antonio Stradivari di Alberto Savinio, Fausto Cacciatori, conservatore delle Collezioni del Museo del Violino di Cremona, ha introdotto la prima audizione, avvenuta lo scorso 23 maggio, dopo tanti mesi di silenzio.

È stato un emozionante ritrovarsi in un luogo davvero magico. Questo Museo, in cui sono riunite tutte le collezioni liutarie cremonesi, è al tempo stesso sede espositiva, auditorium, laboratorio di ricerca e centro di studi.

Il pubblico ieri ha potuto ascoltare la musica eseguita con lo Stradivari Vesuvio 1727c, affidato a Lena Yokoyama, la celebre violinista che nel periodo più duro dell’emergenza ha emozionato tutti, suonando sul Torrazzo di Cremona e regalando alla città, bellissima ma silenziosa e sofferente, le sue note di speranza.

Carichi di quell’indimenticabile emozione, presso il Museo si è svolta una vibrante audizione, con uno sguardo di speranza verso il futuro. Le note di Vivaldi ci hanno ricordato che da pochi giorni è iniziata anche una bella esposizione dal titolo I violini di Vivaldi e le Figlie di Choro.

«Antonio Vivaldi è il più importante, influente e originale musicista italiano del periodo Barocco. Il violino ne ispira il genio, ricambiato con una scrittura luminosa, ricca di idee, colori e temperamento.

La mostra  I violini di Vivaldi e le Figlie di Choro al Museo del Violino di Cremona, dal 5 maggio al 1 agosto (sarà replicata a Venezia in autunno), a cura di Fausto Cacciatori, Deborah Pase e Federico Maria Sardelli, rilegge quest’epoca fulgida attraverso gli strumenti scelti e utilizzati dal “prete rosso” e dalle fanciulle dell’Ospedale della Pietà di Venezia, dove insegnò dal 1703 al 1740».

BANNER-1140X300-13042021-1536x404Visitate Cremona, Capitale mondiale della Liuteria. Vagate per il suo centro storico, alla scoperta delle botteghe dei liutai. Visitate il Museo del Violino e cercate di organizzare la visita seguendo il calendario delle audizioni. Sarà di certo un bel soggiorno, caratterizzato dalla riscoperta di una delle tante Bellezze italiane.

Per tutte le informazioni inerenti le audizioni e la mostra, vi invitiamo a visitare il sito Museo del Violino

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