Domenica di Pasqua, Aprile 1787, Palermo
«Fin dall’alba esplose chiassosa la gioia per la fausta resurrezione del Signore. Casse intere di petardi, razzi, botti, serpentelli e simili detonavano dinanzi agl’ingressi delle chiese, mentre per i battenti spalancati vi entravano i fedeli, spingendosi a vicenda.
Lo scampanìo, il mugghio degli organi, i canti delle processioni e i cori dei preti in antifona erano tali da frastornare chiunque non fosse abituato a così rumorose forme di culto divino».
Queste parole sono tratte dal Viaggio in Italia di Goethe. Per il pranzo di Pasqua il Poeta fu ospite del vicere, a Palermo, e, in quella occasione, ebbe modo di incontrare un cavaliere dell’Ordine di Malta che si informò con scrupoloso interesse intorno a Weimar:
«Che cosa sa dirmi» chiese, «di quel giovane tanto dotato, che là allora faceva la pioggia e il bel tempo? Ne ho dimenticato il nome, ma le basti sapere ch’è l’autore del Werther».
Dopo aver taciuto un po’come se stessi riflettendo risposi: «La persona di cui lei gentilmente s’informa sono io!» Il mio interlocutore trasalì, evidentemente sbalordito, ed esclamò: «Ma allora molto dev’essere cambiato!» – «Eh sì», ribattei, «tra Weimar e Palermo ho subìto qualche cambiamento».
Buona Pasqua a tutti i lettori di Luoghi d’Autore
Grato del gentile pensiero augurale, ricambio sentitissimi auguri per la Santa Pasqua estensibili a tutto lo Staff. Vittorio Sartarelli