Fino al 26 Maggio 2019 – Ladislao Mittner a proposito di Gottfried Keller scrisse: «Keller gode di tutte le cose belle dell’esistenza come soltanto Goethe ne sapeva godere, ama la vita come prima di lui soltanto Goethe l’amò, l’ama nel suo insieme e nei particolari e l’ama di un amore appassionato e reverente, che costituisce il solo vero scopo e racchiude in sé il solo vero senso dell’esistenza». Keller fu spesso paragonato a Goethe, fino ad essere definito il Goethe dell’Ottocento, il Goethe del Realismo poetico. La sua opera Enrico il Verde «è indubbiamente la migliore autobiografia poetica della letteratura tedesca dopo Dichtung und Wahrheit; è precisamente la Dichtung und Wahrheit del realismo ottocentesco».
Gottfried Keller nacque nel 1819 a Zurigo e nella sua città di nascita volle vivere e agire. «A Zurigo, che pullulava di fuggiaschi politici fra cui molti letterati» spiega Mittner, «Keller acquistò presto un posto preminente. Frequentò casa Wesendonk, conobbe Herwegh, Freiligrath, Wagner, Vischer. Più tardi Burckhardt, C.F. Meyer e Nietzsche.
Nel 1861 accettò l’onerosa carica di Staatsschreiber di Zurigo per avere una solida posizione nella sua città e per legittimarsi con un lavoro serio apprezzato da tutti. […] Era convinto che una solida posizione borghese non solo non impedisse l’attività poetica, ma fosse addirittura l’ imprescindibile presupposto della poesia: per ritrarre fedelmente la vita reale, bisognava conoscerla attraverso una diuturna esperienza diretta».
Oggi a duecento anni dalla nascita, presso il Museo Strauhof, straordinario luogo della letteratura, nel cuore del centro storico zurighese, una Mostra dedicata a Gottfried Keller, per raccontarlo fra fantasia e realtà, fra sogni e fiabe.
Per maggiori informazioni: Strauhof Museum