Patrick Manoukian e l’Arte di perdere tempo

L’arte di perdere tempo (Ediciclo Editore) di Patrick Manoukian sarà in libreria dal 2 febbraio. Con un passo leggero, l’autore ci introduce alla sottile arte della nonchalance: abbandonar si al viaggio, abbracciando deviazioni e disavventure, riconquistando il proprio tempo.

larte-di-perdere-tempo-copNell’epoca dei viaggi sempre più brevi, organizzati giorno per giorno, conviene interrogarsi su che cosa significhi scoprire altri paesi e altre culture. Il viaggio può, attraverso la complessità delle sue tappe – imprevisti, soste forzate, incontri inattesi o insperati – stabilire una relazione differente con il tempo. Spesso sono gli interstizi del programma che, come parentesi preziose, ne rappresentano il cuore. Se il cammino vale più della destinazione, la tappa vale di più dello spostamento, e a volte il tempo perduto a un tavolino, su un divano, in una terrazza o per una deviazione, segnerà il viaggio più che un monumento o un panorama tanto osannato. Con L’arte di perdere tempo siamo invitati a una sorta di elogio della lentezza e della nonchalance, per scoprire con l’autore, dall’eruzione dell’Eldfell in Islanda alle bische di Mato Grosso, da una prigione in Perù all’Extrême- Orient-Express, tutto il sapore del “tempo ritrovato”.

Nato nel 1949, Patrick Manoukian, è stato viaggiatore errante ed editore di libri per ragazzi. Oggi si consacra alla scrittura di romanzi ispirati dai suoi numerosi soggiorni nell’America del Sud. Il suo romanzo poliziesco Yeruldegger, uscito da Albin Michel nel 2013, ha vinto diciassette premi letterari.

Testo tratto dal comunicato stampa di Ediciclo Editore

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