Con Dacia Maraini in Sicilia. Nei luoghi dei sentimenti

«Continuando a visitare i luoghi a cui sono legati i miei amici scrittori tocca ora alla Sicilia di Dacia Maraini, o meglio della famiglia di sua madre, che Dacia ha visto per la prima volta, da piccola, dopo due anni in un campo di concentramento in Giappone dove era stata rinchiusa con suo padre Fosco, la mamma Topazia e le sorelle Yuki e Toni. […] Dacia mi ha trasmesso le emozioni che ha provato in quegli anni passati in Sicilia e io ho cercato di rinverdirle mentre fotografavo aiutato anche dalla bellezza del suo libro Bagheria, un capolavoro di sensazioni e sentimenti», così scrive Lorenzo Capellini introducendo La mia Sicilia, proposto da Minerva Edizioni.

Questo bel volume fa parte della collana I luoghi dei sentimenti diretta dallo stesso Lorenzo Capellini il quale affianca alle immagini dei luoghi le parole degli scrittori. Dacia Maraini spiega nella premessa: «Capellini ha ripreso le mie parole stampate sul libro Bagheria uscito nel 1993 e le ha riportate alla vita con delle fotografie piene di luce e di respiro».

Leggendo La mia Sicilia veniamo coinvolti in un bel viaggio, intriso di ricordi, pensieri, osservazioni; un viaggio che ci conduce a Casteldaccia, nei luoghi del nonno della scrittrice, a Palermo e alla scoperta di Villa Valguarnera a Bagheria, una splendida villa dei primi del Settecento dall’armonia «studiata e felice».

Le parole e le immagini che compongono il volume ci regalano profumi, evocano ricordi, stimolano i sensi assopiti: gelsi, arance e gelsomini del rigoglioso e lussureggiante giardino; un panorama di bellezza straordinaria: la valle degli olivi che digradavano verso il mare; il cielo stellato ammirato dalla terrazza di mattonelle bianche e blu della villa; tutto è un ricordo, un tuffo nel passato. Quel passato definitivo, che mai tornerà:

«C’è un momento nella storia di ogni famiglia in cui si appare felici a se stessi. Magari non lo si è affatto. Ma lo si porta scritto in faccia: io famiglia da poco composta, sono nella mia pienezza e necessità, sono il cibo per l’occhio altrui, sono la carne terrena che imita la carne divina, sono la Famiglia nella sua beatitudine terrena. La si lascia stampata nelle fotografie questa felicità, sprizza dagli occhi, dai vestiti, dall’unità interna, da quel chiedersi, cercarsi, spingersi, annusarsi che abbiamo in comune con gli animali. Dopo, non si sa come, tutto si rompe, prende a sfaldarsi. […] È orribile trovarsi adulti, ormai usciti da quel paradiso dei sensi e degli odori, e capire di avere conservato quella felicità solo in qualche fotografia».

I luoghi intanto hanno subìto trasformazioni e deterioramenti: «sia Bagheria, che Casteldaccia che Palermo sono diventate altro, hanno riempito di cemento gli spazi pubblici, soprattutto Bagheria, che ha chiuso le bellissime ville del Settecento dentro spazi angusti, privati dei loro parchi e dei loro magnifici giardini. È un peccato ma i sogni si fanno corpo nella magia delle foto».

Le parole di Dacia Maraini, dettate dal ricordo, rievocano un passato lontano ma ricevono dalle fotografie realizzate oggi da Lorenzo Capellini un sostegno delicato e luminoso, per ritrovare un’ intensità mai persa eppure ritrovata.

Fra i volumi della collana I luoghi dei sentimenti vi segnaliamo Autunno in Calabria di Marina Valensise, Veneto barbaro di muschi e nebbie di Goffredo Parise, Con D’Annunzio al Vittoriale di Giordano Bruno Guerri, L’isola il cui nome è iscritto nel mio di Raffaele La Capria; le foto sono sempre di Lorenzo Capellini. Ricordiamo inoltre il volume In Africa di Lorenzo Capellini con Alberto Moravia.

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